sabato 3 dicembre 2011

Fastidiosi cenni.

Chiudo il balcone, fa freddo e l'aria ormai è cambiata.
E l'aria è cambiata davvero, come tutto il resto ai miei occhi. Ci sono cose che si accettano a malincuore, ma le accetti così come vengono. Un po' come perdere al lotto, davvero, non capisco perchè tanta gente ci giochi. Ieri sera compleanno. Divertente, abbiamo riso tantissimo, abbiamo bevuto in compagnia, letto del gatto imburrato, l'esistenza di babbo natale e del fatidico cambio del pannolino. Il cambio l'ho letto io, non riuscivo a stare in piedi... Poi ho deciso che andarmene non era una cattiva idea. Era mezzanotte e venti, presto, non tardi, un'orario scemo per cui se non sei andato a letto prima è inutile andarci adesso. Quindi ho scaldato la macchina con calma, ho rollato e sono partito, coi miei 20km e una rollata. E mi sono ritornate in mente le serata di diec'anni fa. Quando tutto era uguale, solo che io guidavo una vecchia panda del '92 verde bottiglia, e ne andavo fiero. Quando mi frastornavo pensando che una ragazza mi avrebbe sconvolto la vita, la cercavo, mi deludevo, ero sempre con gli amici, avevo famiglie sparse in giro e serate come queste erano all'ordine del giorno. Come quando ho fatto le 5, iniziando a cazzeggiare nel primo pomeriggio con R. a rimettere a posto il pc del fratello della sua allora ragazza, oggi moglie. 7 giga di Debian, su una linea a 500k, il massimo per allora. E girare on line con links. E stupirsi con poco. E divertirsi con niente, praticamente sempre. Un altro tempo. Un'altra vita.
Ne sono rimasto deluso, e forse è per quello che me ne sono andato. Sono stato me tutta la sera, non ho avvertito nulla, mi stavo divertendo, poi, di colpo, vedevo diversamente. E' un peccato, perchè era più logico andasse diversamente. Forse era solo sonno. Settimana lunga, il sabato me lo sono fumato svegliandomi troppo tardi e avendo troppe cose da fare, cose che una donna impiegherebbe pochi minuti ogni sera, e che io non faccio mai, e poi mi ritrovo il we con una betoniera aperta sparsa per casa, e gli stracci che mi guardano storto dalla porta socchiusa.

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