mercoledì 3 luglio 2013

Io voglio avere.

Facevo la doccia, e smuovevo pensieri. "Pensa un po', e se si prendesse di un altro? La odieresti non è vero?"  "Cazzo si..." "... non è vero." E la terza voce chi l'ha invitata?
"Accettazione o rassegnazione?"
Niente, la terza voce non la sto facendo io. Non è come quando mi faccio le domande e mi rispondo. Ma non so perchè, so esattamente che cosa vuole dimostrare con quel dilemma. E sul serio non potevo trovare parole migliori. Si, potevo, la terza voce non... Non l'ho pensata. Non era roba cosciente, è saltata fuori, tra una sinistra e una destra nell'impasto dello shampoo. Penso capiti. Strana senzasione... E comunque, mia. Perchè se al cronometro ho solo appellato "minchia!" tempo che la pelle ripercepisse il calore delle gocce e ho capito la domanda a pieno.
Accettazione dell'idea che la felicità ha volti ambigui, e a volte si traveste da vecchia signora, ma forse solo per regalarci un Benjamin Button, o rassegnazione, alla cupa nebbia che mai sarò sufficiente. Che mai soddisferò. Che mai manterrò nel tempo la mia dolcezza, soprattutto, coi mezzi giusti. E alla risposta, che quando la domanda è così limpida già hai, non so se ridere o piangere. Ma che diamine! Ho una vita sola! E voglio viverla! E quello che sento in me, lo metto in discussione ogni giorno con chiunque, anche col cane! Perchè non so se è giusto, ma è quello che sento. La mia vita la voglio spendere all'insegna della libertà. Perchè troppo sensibile sono alle ammalianti catene quotidiane. Leggere, per qualcuno sono sicurezza, giusta imposizione. Io ne soffro i limiti. E un modo, semplice del quale dispongo, è l'accettazione. L'accettazione che è semplicemente così, non è solo così. E si può dire, mi piace.
Perciò devo dare.