giovedì 27 dicembre 2012

Odio i muri.

E non alludo a quelli di mattoni o calcestruzzo o cartongesso e neanche di vetrocemento.
Non voglio ci siano muri tra me e qualcun altro. Certo, non tutti gli altri. Avere difese è un modo per sopravvivere, del tutto lecito nel mondo naturale. C'è chi caccia e chi viene cacciato. E i muri lì servono, probabilmente a entrambi.
Voglio che la mia donna possa scorreggiare e ruttare in casa come me.
Che sia libera di girare nuda o col burka.
Che possa esprimere il suo giudizio e la sua preoccupazione per ogni cosa, senza che muro la trattenga o anche solo devii la sua voce.
Voglio tirar giù tutti i muri, muretti, gradini e dissestamenti di asfalto fastidiosi.
Voglio la libertà, si. L'ho sempre voluta. E Tana è il luogo dove tutto ciò deve esistere.