giovedì 11 agosto 2011

Su e Giù...

Ho di nuovo 2 mani. Si sta riprendendo alla grande, e anche se mi è stato categoricamente vietato di tirare colpi fino a dicembre, continuo ad allenarmi con la pallina per rendere più veloce e migliore il risultato finale.
E' qualche giorno che passo parte del pomeriggio svaccato sull'amaca, sotto il letto, a leggere libri. Allego due foto dell'amaca, perché presto questa stanza non sarà più mia, e vorrei tenerla come ricordo.
Amaca & Amaca.
Mi è capitato anche di fare un brutto sogno da quando sono "libero", se così si può dire. Dico brutto sogno perché di per sè mi è piaciuto, o comunque non era un incubo, ma il modo in cui bruscamente mi ha svegliato e lasciato sensazioni non mi piace.
Inizia con me, davanti a una recinzione di pietra che conosco da quando ero bambino. Al di là della recinzione, un piccolo alberello coi fiori rosa e diversi cani. Uno piccolo, una specie di bassottino arzillo e vivace, uno un po' più grosso, mi ricordava tanto un american staffordshire di mia conoscenza. Un altro, ancora più grosso, assomigliava a un altro cane di mia conoscenza, una sorta di labrador-levriero, di media taglia. L'ultimo non avevo idea di cosa fosse. La testa era perfettamente sferica, con le fauci grandi come la sua diagonale, irta di denti piccoli e scintillanti. Somigliava a un bulldog, ma era alto quasi un metro e pensante un centinaio di kg. I due più grossi come mi vedono saltano sul muro, cercando di prendere un ramo dell'alberello con la bocca e issarsi per raggiungermi. Io sono sotto, che li guardo, forse divertito. I primi due grandi saltano, gli altri due non so come ma escono anche loro. Adesso ho 4 cani liberi davanti a me, che mi girano in torno, tutti felici e io che non voglio risparmiare giochi a nessuno. Ma come sfioro il primo, non ricordo quale, scompaiono, e ricompaiono un po' più distanti da me. A quel punto capisco che non c'è da giocare, devo rimetterli dentro prima che qualcuno si faccia male. Come focalizzo il pensiero, un cinghiale gigantesco spunta da un lato. Io lo vedo e non posso fare a meno di pensare "Cazzo!". O io, o i cani, o tutti, rischiamo di essere caricati da un momento all'altro. Ma il cinghiale sta lì. Mi guarda, per nullo incline alla carica. Anzi, si siede e guarda un po' me e un po' i cani, che nel frattempo, girano liberi per la strada. Poi un paio di fari mi colpiscono alla schiena, richiamando la mia attenzione. Escono dall'auto, un bimbo (o bimba, non ricordo) e una vecchietta. La vecchia guarda i cani, intimorisce il suo bimbo e mi minaccia, dicendomi di legare immediatamente quelle bestiacce. Io sono tutto trafelato, a rincorrere i cani, rispondendo male alla vecchia e pregandole di andarsene e tornare quando il tutto sarà a posto, e dicendo in più che i cani non sono miei e che sto cercando di rimetterli nel loro recinto perché sono in pericolo. A nulla servono le mie parole. L'ultima immagine che ho è di me che inseguo i 4 cani che giocano a inseguirsi, il cinghiale seduto che guarda apatico la scena, e la nonna che minaccia, dietro al cancello, me e i cani col bambino in macchina.
Era un po' che volevo scriverlo. non volevo dimenticarlo. E' strano, ma di solito i sogni lo sono. Mi piaceva l'idea di trattenere un pezzetto di vita che non è mai accaduta.

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