lunedì 5 maggio 2014

Promemoria

Per me, che sembro essere l'unico che ancora non l'ha capito. E che sia chiaro a sto giro!
Il mondo gira e sembra che continui a prenderti per il culo? Corri i 100 in 7'', arrivi col fiatone, felice, e scopri che la fotocellula era spenta? Fai un trasloco senza una sbavatura e hai cannato destinazione? Fai la più bella azione sportiva della tua vita ma non sapevi che questa mattina hanno cambiato il regolamento?
Non puoi cambiarlo, sei solo una persona. Non puoi cambiare il mondo. Puoi solo imparare a fottertene!
E in culo anche ai santoni che rifilano credi e fedi.
Fottersene è l'unico salvagente. E io mi sono rotto i coglioni di andare a recuperare biglie a bambini capricciosi in fondo all'oceano. E ora piangi! O fottitene! Basta che non guardi me!
Detto questo a sto giro mi chiudo a riccio. Ho tre milioni di aculei che devo lisciare uno a uno, e sono tutti molto più importanti di qualunque altra cosa.
Per quanto mi riguarda, il mondo può bruciare per intero. Io ho bruciato il mio presente. Lo so. Solo è sarà difficile ammettermelo. Gandhi avrà anche celebrato la sua "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo", e io ci ho creduto. Ho sbrindellato cuore e mente in questa crociata. E ora mi ritrovo con lo stomaco devastato, la testa sull'orlo della depressione e il corpo deperito nell'anima.
Ho combattuto troppo. Non è che non ne abbia più voglia o che voglia riposarmi. E' una litania che ho sentito e mi sono raccontato troppo a lungo. E' il momento di guardarsi allo specchio e dirlo chiaramente: "Hai sbagliato!" E so perfettamente quanto sia inutile e deleterio continuare. E' andato. Morto. Caputt'.
"O cambi capitolo o il ciglio lo oltrepasserai... Pensa ai tuoi cazzo di aculei per un po'..."
Se solo le estremità smettessero di tremare e l'aria mi riempisse i polmoni col suo insapore fresco e vitale... Se solo riuscissi a slegarmi da 'sta meteora che mi sta fiondando su una gigante blu... Ma ancora non l'ho ammesso a me stesso. Non voglio sentirlo, non ci voglio credere, o forse sto insistendo alla porta chiusa sbagliata. Come quasi sempre, non lo so. E non so bene a cosa credere, ma il salvagente è lì, lo guardo, e sto pensando che è come se avessi già allungato il braccio, solo che come il moccioso che impara a nuotare e non riesce a convincere la mano a levarsi dal muretto, la porto avanti, e la reimmergo, convinto che è l'ultima bracciata.
Col fiatone, tutti i muscoli allo spasimo. "E' solo l'ultima."
Con il mento spesso inabissato, con gli arti gelati dall'oceano e ustionati da colpi di tenacia ormai insensata. "E' solo l'ultima."
Con gli occhi fuori dalle orbite e le narici che bruciano per la salsedine. "E' solo l'ultima."
Con il ventre che rientra, stanco di combattere la pressione, con la pelle che si spacca e i denti che serrano il nulla. "E' solo l'ultima."
Col pensiero costante che la resa ucciderà comunque una parte di me. E quello che sopravviverà vivrà col terrore che mollato una volta, lo rifarò, e perciò non sarò mai più degno di fiducia.
Patetico.
Tutto questo è uno spettacolo patetico.
E non riesco a farlo smettere.

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